Giorgia è una dolcissima bambina che da 7 anni ci insegna a vivere.
Lo fa a modo suo, tramite i suoi occhi verdi in cui perdersi, le sue guance da riempire di baci e la sua tenerezza quando ci si accuccia al petto.
È una bambina bellissima che ci trasmette in pieno i suoi stati d’animo: da quando urla felice e contenta a quando mugugna perché si annoia o non sta bene.
Oltre ad essere la gioia di mamma e papà, è un vero esempio di vita per tutti coloro che ci seguono e ci aiutano, e che soprattutto aprono il loro cuore a Giorgia, sia per donarle amore, sia per riceverne.
Attira i sorrisi, le carezze e i baci della gente e risponde con sorrisi o accarezzando il viso di chi le si palesa davanti.
Ogni giorno c’è davvero solo da imparare da lei.
Cosa piace a Giorgia?
A Giorgia piace mangiare e dormire.
Adora i sapori forti, ma in generale mangia veramente di tutto, e si lamenta se non si tiene il suo ritmo.
Le piace dormire a lungo, rannicchiata da sola o accucciata a mamma o papà.
Ama inoltre uscire all’aria aperta, che siano passeggiate col passeggino o giri in bici nel seggiolino.
Quando è a casa nel suo angolo morbido adora esser libera di muoversi, alternando attimi di attività in cui gioca o si mette in ginocchio battendo le mani, ad attimi in cui si sdraia e magari sonnecchia per 5-10 minuti
Cosa non le piace?
In generale il far fatica a lungo. Stare troppo in piedi durante la fisioterapia o a casa con la mamma per lei è una rottura e cerca sempre il modo per appoggiarsi a qualcuno, chiudere gli occhi e pisolare. A volte farla lavorare è un’impresa vista la sua pigrizia.
Non le piace la luce forte, il troppo rumore e il caldo.
Inoltre una cosa che le da molto fastidio è a volte l’esser toccata in viso o che qualcuno le tenga le mani. Capita che se ci si avvicina per darle un bacio, lei mette le manine per respingerti.
Qual è stato il momento più difficile che la vostra famiglia ha vissuto dalla nascita di Giorgia?
Probabilmente l’esordio delle crisi epilettiche e tutto il percorso fino alla diagnosi.
Inizialmente non capivano fossero vere e proprie crisi e il pediatra non ci fu d’aiuto.
Ma la tenacia di mamma Laura ci portò in ospedale dove appurarono che si trattava di epilessia.
I primi mesi cercando un equilibrio che non arrivava e Giorgia che arrivava anche a 8 crisi al giorno furono davvero difficili.
Il tutto aggravato dalla consapevolezza che l’epilessia non era il vero problema ma era il sintomo di una malattia che ancora non aveva un nome.
Nome che prese forma quando aveva 10 mesi.
Qual è stato il momento più bello?
I momenti belli sono molteplici e bisogna aver la bravura di riconoscerli, accettarli e valorizzarli.
È un momento bello ogni volta che ride ed è felice.
È un momento bello quando vediamo le sue piccole grandi conquiste: da quando grazie alla perseveranza del nonno imparò a prendere il biberon per bere da sola a quando si mette in ginocchio retta ed è contenta.
Quei secondi in cui riesce a rimanere in piedi da sola sono pura gioia ed uno stimolo a fare sempre di più.
Giorgia ha un gran potenziale che dobbiamo tirarle fuori.
Qual è la prima cosa che farete quando arriverà la cura?
Finiti gli inevitabili pianti di gioia probabilmente inizieremo a condividere con tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto, sorretto e supportato, tutte le conquiste che Giorgia farà.
Vorremmo trovare davvero il modo di ringraziare tutti.
Ci godremo ogni singolo suo momento di normalità che tanto stiamo inseguendo, giorno dopo giorno.