E’ pesante? Si.
E’ stancante? Si.
A volte piango? Si.
Ma la malattia è parte integrante di mia figlia e non sarebbe la mia Caterina senza. Sarebbe un’altra bambina, e io voglio lei. Quando si riceve la diagnosi bisognerebbe abbandonare l’idea del figlio che si aveva e accogliere per quanto possibile la nuova realtà. Non tutti ci riescono, comprensibilmente. Io credo di averlo fatto. Avere poi una comunità di genitori che affrontano la stessa cosa è davvero di aiuto. Ovviamente ci sono momenti di sconforto, come per tutti. Ma passano. Specialmente quando Caterina fa qualche progresso non previsto.
Reagire al nome della malattia di tua figlia è una cosa molto personale che credo dipenda anche dal vissuto di ognuno. Sicuramente, però, avere una diagnosi è il primo passo per immaginare un futuro, per quanto diverso da quello in cui avevamo sperato.
Tiziana Sechi